Presentazione

La città di Patti, ubicata su un colle prospiciente l'omonimo golfo che si estende da Capo Calavà al promontorio di Milazzo, ha un territorio comunale popolato da circa 13.000 abitanti, è sede di Diocesi con giurisdizione su tutti i paesi dei Nebrodi ricadenti nella provincia di Messina, nonché di Tribunale e di uffici al servizio del comprensorio, ed è caratterizzata da attività commerciali e impiegatizie nel terziario. Gli abitanti della zona collinare sono impegnati in attività economiche legate all'agricoltura o all'allevamento, quelli delle zone costiere di Patti e del suo circondario svolgono attività nel settore del turismo, della pesca, dell'edilizia, del terziario, dei servizi, della piccola impresa. Antiche e prestigiose sono le tradizioni culturali della città, che ha fatto il suo ingresso nella storia e nella geografia della Sicilia alla fine dell'undicesimo secolo, nell'anno "ab incarnatione Domini" 1094 con un diploma di Ruggero, conte di Calabria e Sicilia. Patti raccoglie l'eredità della città di Tindari, fondata nel 396 a. C. da Dionigi di Siracusa in un territorio fino ad allora egemonizzato dalla presenza cartaginese, che trovava il suo centro nella città di Abaceno. Di notevole interesse la necropoli di contrada Monte che si estende tra i pendii della collina calcarea fino alla Valle Sorrentini, alle cui tombe si accede mediante un pozzo. La città si estendeva a sud fino al mare ed era delimitata da due corsi d'acqua, attualmente denominati Provvidenza e Acquafico. Trovano così giustificazione gli affioramenti ellenici a nord dell'attuale ospedale e le "notizie" su altre strutture, venute casualmente alla luce durante i lavori di costruzioni private. La popolazione scolastica che frequenta questo Liceo è composta da un elevato numero di studenti pendolari che provengono dai paesi costieri come Falcone, Oliveri, Gioiosa Marea, Brolo e dai paesi situati in zone collinari, come Sant'Angelo di Brolo, Ficarra, Piraino, Sinagra, Furnari, Montagnareale, Librizzi, o dal versante interno dei Nebrodi, come Raccuja, Montalbano, San Piero Patti. Tutte le suddette località fanno parte del comprensorio dei Nebrodi che si estende lungo la costa settentrionale della Provincia Regionale di Messina dal Golfo di Patti a S. Stefano di Camastra, fra i contrafforti dei Peloritani, a Est, e delle Madonie, a Ovest. L'Ente "Parco dei Nebrodi" istituito con Decreto dell'Assessore Regionale al Territorio ed Ambiente n. 560/11 del 4 agosto 1993, ha il fine di provvedere alla gestione di questo territorio noto proprio col nome Nebrodi , dai monti che si elevano dalla parte opposta all'Etna Molti resti della civiltà greca e di quella romana emergono qua e là in tutta l'area dei Nebrodi (Tindari, Abaceno, Aluntio, Agatirso, Alesa, Apollonia), ma fra tutte spiccano Tindari e La Villa Romana di Patti Marina. A Tindari gli scavi hanno parzialmente restituito la struttura urbanistica della città, una parte delle mura, della Basilica, dell'agorà, alcuni modelli di abitazione, di tabernae, un edificio termale, l'impianto viario, il decumano mediano e resti di diversi edifici, pubblici e privati, il Teatro ancora fruibile per gli spettacoli di varie rassegne come Tindari TeatroGiovani e la Rassegna teatrale estiva curata dal Comune. A Patti Marina negli anni '70 è stata riportata alla luce una parte di una Villa Romana che, imponente per le dimensioni, conserva ancora in ottime condizioni la pavimentazione con mosaici policromi, l'impianto termale e la necropoli. La villa è stata abitata tra il II ed il IV secolo d.C., anche se tracce di insediamento si registrano fino al periodo della dominazione bizantina. La Villa Romana di Patti Marina è una rara testimonianza di insediamento in età imperiale e può costituire utile e positivo riferimento per le attività di ricerca della nostra scuola. Di altrettanto interesse e valore sono due celebri Archivi: l'Archivio storico diocesano, che raccoglie documenti manoscritti a partire dal 1505 e l'Archivio Capitolare, meglio noto come Arca Magna, conservato nella Cattedrale di Patti, che rappresenta uno dei patrimoni più rari di documentazione medievale. La "fondazione" raccoglie pergamene scritte in latino, in greco e qualcuna in arabo dal periodo normanno in poi. Rientra nel patrimonio architettonico del centro storico della città lo splendido palazzo Gatti che custodisce il lampadario utilizzato per allestire la sala da ballo sul set del film "Il Gattopardo". Il Liceo "Vittorio Emanuele III" ha svolto nel tempo un'importante funzione culturale, formativa, professionale, contribuendo in modo determinante all'istruzione e formazione di quanti hanno rappresentato e rappresentano le varie professionalità del territorio (medici, avvocati, architetti, ingegneri, docenti, funzionari, dirigenti), configurandosi così come una scuola secondaria superiore valida ed efficiente per l'accesso all'Università. L'istituto, caratterizzato da un indirizzo classico, uno scientifico arricchitosi dell'opzione Scienze applicate, uno linguistico, teso a migliorare con la sua azione il livello culturale del territorio di Patti e dei paesi viciniori, nonché a divenire fulcro di feconde attività, si propone di promuovere la crescita sana ed equilibrata degli studenti attraverso l'educazione ai valori, alla pace, alla legalità, all'intercultura, alla salute, alla drammatizzazione, al rispetto dei beni ambientali e alla valorizzazione di tutto il patrimonio civile, artistico e culturale. Come le sezioni "storiche" del Liceo hanno contribuito in modo brillante alla formazione umana e culturale dell'alunno nel periodo adolescenziale, così anche la sezione linguistica e il Liceo Scientifico - opzione Scienze applicate, risponderanno pienamente alle esigenze formative delle giovani generazioni e alle sfide del mercato del lavoro. Genitori e alunni rivolgono ampie aspettative nei confronti dell'Istituto, riconoscendogli un ruolo fondamentale nella formazione culturale del territorio. La risposta dell'Istituto alla domanda e ai bisogni formativi del territorio si è espressa, inoltre, in un processo sia di rinnovamento didattico, fondato sulla ricerca, la formazione e la riflessione sul curriculo, sia strutturale, grazie al potenziamento dei laboratori didattici, all'inserimento nelle classi di lavagne interattive multimediali e di postazioni mobili di PC.